Le correnti interferenziali sono correnti alternate di media frequenza che interagiscono nel punto in cui si incrociano; si ottengono utilizzando due generatori di corrente alternata di media frequenza, collegati a due coppie di elettrodi disposte ortogonalmente, in modo che le linee di forza dei due campi elettrici si sovrappongano nella zona desiderata.
Poiché le due correnti hanno frequenze diverse, in alcuni momenti le due semionde positive e negative si addizionano, dando origine ad una semionda di maggior ampiezza, mentre in altri momenti si annullano.
Si viene così a creare una nuova corrente alternata la cui frequenza è legata allo sfasamento delle due applicate. Tale nuova corrente è una corrente di bassa frequenza endogena.
Il motivo per cui si ricerca il formarsi di una corrente di bassa frequenza anziché applicarla dall’esterno, come sembrerebbe più semplice, è facilmente intuibile ricordando le diverse proprietà bioelettriche delle correnti di bassa e media frequenza. Infatti le correnti di media frequenza incontrano una minore resistenza in quanto l’impedenza cutanea diminuisce con l’aumentare della frequenza. Possono quindi penetrare più facilmente senza cedere energia a livello cutaneo e senza provocare sensazioni fastidiose.
Effetti elettrofisiologici
L’effetto elettrofisiologico varia con la frequenza impiegata, anche se non vi è un’azione nettamente differenziata, in quanto a seconda del tipo di corrente, in ogni trattamento si ritrovano contemporaneamente, in grado minore o maggiore, sia l’effetto eccitomotorio che quello antalgico. In linea generale le frequenze di 50-100 Hz hanno prevalentemente un effetto antalgico, mentre le frequenze inferiori a 50 Hz hanno un effetto eccitomotorio che diventa sempre più intenso al di sotto di 25 Hz.
Le correnti interferenziali di media frequenza sono in grado quindi di penetrare in profondità dove presentano un’intensità superiore rispetto a quella esistente a livello della cute. Nessuna delle due correnti, di per sè, presenta un’intensità tale da eccitare le fibre nervose e, non venendo raggiunta la soglia di sensibilità, risultano impercettibili dal paziente. L’intensità subliminare in superficie, la diminuzione dell’impedenza cutanea e l’assenza degli effetti elettrolitici concorrono a rendere tali correnti meglio tollerate rispetto ad altre.
L’azione eccitomotoria, data la durata assai breve degli impulsi, si verifica unicamente nei muscoli normalmente innervati, per cui tali correnti trovano impiego in traumatologia allo scopo di mantenere il trofismo muscolare e di ridurre l’osteoporosi.