L’espressione LASER rappresenta l’acronimo di Light Amplificator by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione di luce per mezzo di emissione stimolata di radiazioni).
La luce laser, che è stimolata e non riscontrabile in alcun fenomeno naturale, è:
L’apparecchio per la produzione di raggio laser è costituito da un mezzo attivo (solido, liquido o gassoso), fornitore degli atomi che, adeguatamente eccitati (da una reazione chimica, da una luce ad alta intensità, o da una radiazione elettromagnetica), emettono fotoni i quali, tramite un risonatore a 2 specchi, vengono opportunamente organizzati, amplificati e collimati.
I parametri da tenere in considerazione per definire le caratteristiche fisiche del laser sono:
I laser più usati in medicina fisica sono:
Il laser a semiconduttori è un laser solido di piccole dimensioni e poco potente, con lunghezza d’onda di 904 nm. Il laser He-Ne è un laser a gas che emette luce rossa sul visibile di circa 632nm, con potenze che variano da 1 a 50 mW. Il laser a CO2 è un laser a gas, di grosse dimensioni, il cui materiale attivo è l’anidride carbonica, che produce una luce invisibile nell’infrarosso con lunghezza d’onda di 10600 nm.
Le potenze che si riescono ad ottenere sono molto elevate, sino a qualche centinaio di Watt; il laser a CO2 può essere dotato di un braccio meccanico con specchi riflettenti all’interno che, indirizzando la luce su una lente defocalizzante, consentono di ridurre la potenza, rendendo il fascio lineare e permettono un effetto scanner simile a quello dei laser a bassa potenza (He-Ne). Il passaggio di energia luminosa produce, per effetto Joule, un riscaldamento tissutale.
In particolare, il laser a CO2 – IR è capace di produrre una notevole potenza di uscita in funzione dell’alta efficienza (circa il 30% rispetto allo 0,1% della maggior parte dei laser ad elio-neon): i nuovi diodi all’infrarosso, dotati di elevata potenza di emissione, consentono quindi di trasmettere in profondità una densità di energia particolarmente elevata. Il tutto in tempi estremamente contenuti.
Effetti biologici
La laser terapia produce sul substrato un effetto antalgico, antiflogistico (antiedemigeno) e biostimolante. L’azione analgesica ed antiflogistica si attribuisce sia all’aumento della temperatura indotto nei tessuti, sia ad una azione diretta del fascio laser sui tessuti (aumento della soglia del dolore con incremento delle endorfine circolanti, ecc..). In vitro l’azione biostimolante si esplica a livello molecolare (aumento della produzione di ATP, ecc..), a livello cellulare con modificazione della fagocitosi, della proliferazione, della risposta immune e della motilità.
Entesiti e tenosinoviti
Patologia post-traumatica
Reumatismi infiammatori
Artrosi
Nevralgie
Altre Indicazioni
L’intensità delle reazioni biologiche nei tessuti irradiati dipenderà: